una vita qualunque

mangorosa

222 notes

francescosatanassi:

CHICCHI E LA MIMOSA

image

A scegliere la mimosa come fiore per l’8 marzo fu Teresa Mattei, che nel 1938 era in seconda Liceo e fu espulsa da tutte le scuole per aver contestato le leggi razziali, che a Firenze organizzò la prima manifestazione in Italia contro la guerra, che partecipò alla Resistenza con il nome di battaglia di Chicchi e la qualifica di Comandante di Compagnia, che era sorella di Gianfranco Mattei, gappista per che non cedere alla torture dei fascisti si era suicidato in carcere, che fondò i gruppi di Difesa della Donna di Firenze, che fu catturata dai tedeschi, torturata e violentata, che prese parte al piano per l’uccisione di Giovanni Gentile, che fu la più giovane eletta nell’Assemblea Costituente e diventò dirigente dell’Unione Donne Italiane, che Togliatti definì una “maledetta anarchica”, che fu espulsa dal PCI perché contraria alla linea stalinista del partito, che lottò tutta la vita per i diritti delle donne e dei minori, che in un’intervista disse “L’unica volta che misi il rossetto fu per mettere una bomba”, che morì a 92 anni libera, indipendente e femminista.

(via b0ringasfuck)

121 notes

mucillo:

image

“Qualcuno ha detto che il patriottismo è l'ultimo rifugio delle canaglie: chi non ha principi morali si avvolge di solito in una bandiera, e i bastardi si richiamano sempre alla purezza della loro razza. L'identità nazionale è l'ultima risorsa dei diseredati. Ora il senso dell'identità si fonda sull'odio, sull'odio per chi non è identico. Bisogna coltivare l'odio come passione civile. Il nemico è l'amico dei popoli. Ci vuole sempre qualcuno da odiare per sentirsi giustificati nella propria miseria. L'odio è la vera passione primordiale. È l'amore che è una situazione anomala.”

Umberto Eco, da "Il cimitero di Praga”

(via catwomannumbersworld)

96 notes

ilfascinodelvago:

Se lavori, ma il tuo stipendio copre solo l'acquisto di cibo, vestiti, alloggio e servizi comunali, il prezzo del tuo lavoro è uguale al prezzo del lavoro di uno schiavo.

Dmitrij Sergeevic Likhachev

image

(Lavori rurali dal Salterio di Fécamp, manoscritto)

22 notes

gregor-samsung:

“ Moby Dick è il romanzo a cui sono tornato più spesso. A ogni lettura mi sorprende la cialtronaggine, il genio imbroglione, la noia mortale di una costruzione romanzesca che non ha eguali. Appoggiato alla finestra qualche giorno fa mi chiedevo chi, oggi, sarebbe in grado di sopportare la noia di certi capitoli. Io! direi al professore. È la quarta volta che lo sopporto, me ne dia un’altra!
Tagli di carne, squartamenti, spiegazioni dettagliate degli squartamenti; navi che passano sopra a banchi di pesci che ignorano i banchi di navi che si incontrano per urlarsi dietro offese e poi brindare assieme. Pesci che ignorano queste navi. Piccoli pesci sui fondali; ma anche enormi pesci sui fondali totalmente indifferenti alla monomania di Ahab, di Ishmael, di Stubb. Il cielo sopra di loro è indifferente ai loro dolori.
Non c’è dolore in Moby Dick, né patimento.
C’è solo l’enorme sofferenza degli esseri umani di fronte al buco nero della natura e del loro destino. L’esaltazione positivistica per il corpo della balena, per lo scheletro della balena, le sue misure, non è altro che il taglio perfetto della dismisura dei desideri degli uomini del Pequod, abbandonati per quarantotto mesi al largo delle coste di ogni continente per fare profitto, per portare a casa olio e spermaceti a costo della loro stessa vita, e a costo delle follie di un capitano che pianta una gamba sul ponte ogni notte per scrutare il mare e trovare il suo mostro, quel mostro che, quella gamba, gliel’ha portata via con un balzo, e che renderà orfani tutti. “

Giovanni Spadaccini, Compro libri - anche in grandi quantità. Taccuino di un libraio d’occasione, UTET, 2021. [Libro elettronico]

6 notes

colibri44love:

Quando parli con me, parla lentamente, sono di un altro tempo, e amo i ritmi calmi.

Non mi ritrovo affatto in questa corsa senza senso.

Quando parli con me, parla piano, sono di un altro mondo, e non amo i rumori forti.

Non mi ritrovo affatto in questo trambusto di versi scomposti.

Quando parli con me, parla poco, sono passata per tanti corpi, e non amo i limiti di ciò che viene espresso con le parole.

Non mi ritrovo affatto in questo regno dove nessuno fa parlare l'anima in silenzio.

(Alessandro Frezza)